Di notte sulla neve, a luna piena,
puoi leggere il giornale o suicidarti.
Puoi contare le rughe che hai nel cuore
e rifarti il passato con la crema,
due uova e zabaione.
Dipingendo infanzie e nuvolaglie
coloravo di blu le tue ossessioni
di rosso il mare e ancora di giallo
i tuoi ritorni
ascoltando con cura i tuoi silenzi
i tuoi occhi smarriti senza sonno
filmavo le tue ansie e poi le ripassavo
come facevo a scuola col latino
coglievo la tua lacrima sul ciglio
prima che uscisse
scorrendo le tue email di mesi prima
immaginavo fossero di ieri
facendo il bagno nella tua poesia
speravo fosse scritta ora o mai
bevevo i tuoi tormenti e ne facevo
bianco aperitivo.
E’ tornata mia madre. Lei mi ha chiesto
cosa fosse la ruga che ho nel viso.
Le ho risposto che l’avevo già prima
e che ci tengo.
Riccardo Vandoni
Surrealistic - photo by martinjamesbrown1983
2 commenti:
E' la prima volta che trovo "email" in una poesia... I tempi cambiano e anche i poeti si adeguano... :-)
Bella!
É in linea coi tempi... :-D
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