martedì 24 aprile 2012

A Orazio

Amico, non è più il tempo delle chitarre, delle piume,
dei creditori, dei duelli allegri a proposito
di nulla, dei cabarets, dellle pipe a fornello
e di quella banale allegria di cui ci compiacemmo.

Ecco che viene, tenerissimo amico che ti incendi
per un dado truccato, mio dolce distruttore di brocche,
Orazio, terrore e gloria delle bische,
caro bestemmiatore da riempirne cento libri,

ecco che viene tra le nebbie di Elsinore
qualcosa di meno piacevole, sul mio onore,
di Ofelia, l’amabile fanciulla stupefatta.

È lo spettro, lo spettro imperioso! La sua mano
indica un punto e il suo occhio lampeggia e il suo piede batte,
ahimè! e nessun modo di rinviare a domani!



Paul Verlaine


1 commento:

angelo greco ha detto...

Spettacolo fotografico!

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