lunedì 13 aprile 2015

Fiction


Penso alle vite innocenti
delle persone nei romanzi: sanno che morranno
ma non sanno che il romanzo finirà. Come sono diverse
da noi. Qui la luna osserva ammutolita
tra le nubi sparse la città assopita,
e il vento ramazza le foglie cadute,
e qualcuno – cioè io – sprofondato in poltrona,
sfoglia le pagine che mancano, sapendo che non c’è
molto tempo per l’uomo e la donna nella camera ad ore,
per la luce rossa sopra la porta, per l’iris
che proietta ombra sul muro; non molto tempo
per i soldati sotto gli alberi del fiume,
per i feriti che vengono trasportati
in città di retrovia dove dovranno rimanere;
la guerra che ha infuriato per anni finirà,
come pure qualsiasi altra cosa, tranne una presenza
difficile da definire, una traccia, come l’odore dell’erba
dopo una notte di pioggia o ciò che resta di una voce
che ci fa sapere senza dirlo a chiare lettere
di non disperare: se la fine è arrivata anch’essa passerà.



Mark Strand


luci del tramonto - photo by Luigi Alesi 

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